Tutte le religioni concepiscono l'essere umano come un sistema complesso e articolato composto da elementi visibili e invisibili. Nell'India la componente sottile dell'organismo è sperimentata come un sistema coordinato di centri - i chakra. Nella kabbalah il sistema sephirotico si identifica con la struttura occulta sottostante il corpo fisico, uno "scheletro spirituale" cui si interconnette il corpo carneo. L'Egitto antico non è da meno intorno alla conoscenza di tale corporeità. Nel sufismo tale scheletro si identifica con i centri detti lata'if, sulla visualizzazione dei quali si accentrano gli sforzi ascetici del meditante. Nell'oriente più estremo - Cina e Giappone - la pratica religiosa è incentrata sull'attivazione di tali componenti occulte, inaccessibili ai sensi. Nel mondo nordico il sistema delle rune è associato alla fisiologia sottile, la cui attivazione concorre al raggiungimento del risultato spirituale propostosi, al punto che questo sistema viene definito cabala runica. Cercando ulteriormente nelle diverse tradizioni religiose si trovano ulteriori riscontri della conoscenza di tale corporeità sottile e delle modalità d'accesso alla stessa. E il cristianesimo? La risposta è complessa e il testo che qui si propone all'attenzione del lettore vorrebbe offrire una qualche preliminare risposta a questa intrigante domanda.