Mia si aggrappa alla parola scritta per non farsi sommergere dal dolore. Fissando ipnotizzata alcune gocce di rugiada appese a dei fili d'erba su un prato, un giorno di febbraio capisce che deve iniziare a raccogliere i pezzi della sua vita, come perle di una collana disperse da un filo spezzato troppo presto. Lo capisce prima che tutto ciò che è stato, ciò che lei è, resti nel fondo di un pozzo buio. Prima che il dolore la faccia annegare. Così, in una lunghissima lettera-diario rivolta alla madre Alida, dal capezzale del letto di un hospice che la accoglie come in una seconda casa, Mia affida alle parole tutto ciò che è stato della vita passata di Alida, della persona perfettamente imperfetta che era, del rapporto unico, ma fragile e conflittuale, a volte simbiotico, che le legava. Mia infila perle nella collana dei ricordi e descrive la quotidianità di una malattia che le sta portando via la persona più importante della sua vita. Perché Mia è nata quando Alida aveva solo 21 anni, ed insieme, da sorelle, amiche, compagne di studi e di passioni, hanno percorso l'esistenza. Das Urheberrecht an bibliographischen und produktbeschreibenden Daten und an den bereitgestellten Bildern liegt bei Informazioni Editoriali, I.E. S.r.l., oder beim Herausgeber oder demjenigen, der die Genehmigung erteilt hat. Alle Rechte vorbehalten.