Mentre le nubi del secondo conflitto mondiale andavano annunciandosi all'orizzonte, Menachem Wolfovitch Begin e i suoi compagni dell'organizzazione giovanile sionista revisionista Betar si adoperavano per far emigrare quanti piu` ebrei possibile dalla Polonia in Terra d'Israele. Nel 1939, quando tedeschi e sovietici invasero la Polonia dopo il patto Molotov-Ribbentrop, Begin, colto completamente di sorpresa, lascio` rapidamente Varsavia con la giovane moglie per trovare rifugio a Vilna, in Lituania. Venne arrestato dalla NKVD, la polizia segreta sovietica, il 20 settembre del 1940 in quanto "sionista ed elemento controrivoluzionario".
Prigioniero in Russia racconta l'arresto, gli interrogatori e la deportazione di Begin in un gulag e rappresenta una testimonianza della tragedia collettiva vissuta dall'ebraismo europeo negli anni della Seconda guerra mondiale. Questa descrizione delle condizioni dei detenuti nei gulag e` inoltre la prima testimonianza pubblicata in Occidente sulla realta` concentrazionaria nell'Unione Sovietica. Anticipava di tre anni le rivelazioni del XX Congresso del Partito comunista sovietico (1956) sui crimini di Stalin e di quasi nove anni Una giornata di Ivan Denisovic¿ di Solz¿enicyn.
A ottanta e piu` anni di distanza dagli eventi narrati, in un mondo in cui i conflitti, tanto in Europa quanto in Medio Oriente, non cessano purtroppo di essere di drammatica attualita`, Prigioniero in Russia continua a essere un implacabile atto di accusa contro il totalitarismo e un fortissimo atto di fede nella vita e nella sopravvivenza del popolo ebraico, dentro e fuori lo Stato d'Israele.